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Una regina nubiana riposa nel Museo Nazionale di Scozia

Ultimo Aggiornamento: 19/01/2006 15:02
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19/01/2006 15:02
 
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Resti di uno scheletro conservati presso il Museo Nazionale di Scozia sono stati identificati come quelli di una regina perduta d’Egitto e suo figlio. La scoperta è stata compiuta da scienziati che hanno usato tecniche investigative di medicina legale per tentare di risolvere il mistero dei resti.

I corpi sono stati acquisiti alla collezione dopo essere stati scoperti da Sir Flinders Petrie nel 1909 a Qurna, un villaggio sulla sponda occidentale del Nilo, da tempo oggetto di molti scavi illegali.

I resti, in mostra al Museo Reale per decenni, consistono di due sarcofagi contenenti resti scheletrici con gioielleria, un corno d’olio siriano, arredi, ceramiche e cibo.

Seppure Flinders Petrie pubblicò un resoconto del seppellimento dopo lo scavo, relativamente poco era conosciuto sull’identità della donna e del bambino.

Gli esperti del NMS insieme a quelli della Atlantic Production, che sta producendo un documentario televisivo per Discovery Channel, hanno scoperto che i resti appartennero con molta probabilità ad una regina e suo figlio. In particolare si crede si tratti di una regina nubiana che si unì alla famiglia reale egiziana tramite una serie di matrimoni dinastici. Usando l’analisi degli isotopi di stronzio, che esamina la composizione dello smalto dei denti, e la datazione al carbonio, il team è stato in grado di provare che i resti provenivano dall’Egitto e che si datavano attorno al 1650 a.C.

La tecnologia ad infrarossi è stata usata per leggere le iscrizione danneggiate, e, grazie alla collaborazione di esperti in geroglifici, sono stati in grado di determinare che i resti dell’adulto furono probabilmente quelli di una regina perduta.

Gli esami delle ossa hanno anche rivelato che l’adulto era una donna snella, di circa cinque piedi di altezza, e al termine dell’adolescenza o attorno a 20 anni quando morì.

La ricostruzione dello scheletro, ottenuta mediante tecnologia laser in 3D, completata da Caroline Wilkinson, un’antropologa facciale della Università di Manchester, ha reso il team in condizione di mappare il cranio ed ha aiutato a concludere che l’altro scheletro apparteneva al figlio della regina perduta. Studi sullo scheletro del bambino suggeriscono un’età della morte di due o tre anni.

Si ritiene che il bambino possa essere morto di gastroenterite, che era una causa frequente di morte in quel tempo, ma che non si evidenzia nelle ossa.

(…)
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