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Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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Colori e Pigmenti

Ultimo Aggiornamento: 07/06/2007 10:06
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Sacerdotessa
di ATON
Thiatj

- ḥtm mr r ry.t '3.t
wts rn n ՚ḫ n itn,
S3t n m3't -
05/01/2006 00:01
 
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Su un testo pubblicato da Fabbri qualche anno fa, dal titolo "Egitto", ho trovato alcune informazioni in merito all'impiego e alla preparazione dei colori usati dagli artisti per la decorazione dei rilievi.
Non essendo una pubblicazione recente, non sono in grado di confermare se alcuni riferimenti possano o meno essere stati aggiornati da scoperte future, quindi tale topic resterà aperto ad ogni dibattito o aggiornamento in proposito.

Innanzitutto bisogna partire dal presupposto che per gli Egizi ogni colore impiegato aveva un significato ben preciso. Essi, quindi non venivano mai applicati a caso o con valenza meramente estetica.

Il verde (malachite polverizzata) e il turchese (azzurrite), che richiamano la vegetazione e l'acqua, rappresentano giovinezza e rigenerazione. Il rosso (ossido di ferro anidrato) era il deserto e quindi il caos, oltre che tutte le entità che ritenevano pericolose. A questo colore si contrapponeva il nero (carbone o ossido di manganese) della terra fecondata dal limo che simboleggiava l'eterno rinascere della natura. Il giallo (ossido di ferro idrato, dalla XII dinastia l'arsenico), il colore dell'oro, era associato alle membra degli dei. Il bianco (gesso o calcare finemente tritato), ovverosia l'argento, corrispondeva alle loro ossa. Il blu (lapislazzuli) simboleggiava i loro capelli.

Il legante per i colori non è anora stato identificato con certezza. Forse venivano usati materiali gommosi, cera d'api e bianco d'uovo.

In un altro post, dedicato alla ristrutturazione della Tomba di Amenofi III, si dichiara che il pigmento bianco era dato dall'ematite e non dal gesso o dal calcare, come spicificato qui sopra. Facendo qualche ricerca per il momento non ho trovato ulteriori approfondimenti in proposito, ma, poichè l'ematite è uno tra i principali minerali da cui si estrae ferro, e quest'ultimo ha colore bianco argento allo stato puro, è plausibile ipotizzare che non si tratti di un errore.

Il dubbio resta... ed io continuo a cercare ;)

Sono graditi i vostri interventi in proposito
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Sacerdotessa
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Thiatj

- ḥtm mr r ry.t '3.t
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05/01/2006 00:13
 
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Dall'ematite tuttavia, fin dalla preistoria si estraeva un pigmento colorato che però risultava essere rosso brunito... che i nostri amici di Pharaon abbiano saltato giusto qualche parola chiave, riassumendo il documento sorgente? :?: [SM=x822736]
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EgiTToPhiLo/a
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05/01/2006 17:04
 
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...credo che dall'ematite venisse appunto estratto materiale ferroso che, ossidato, diviene color rosso-arancio....
di più non ho ancora trovato neanche io...
la ricerca continua..;)
05/01/2006 19:09
 
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Che notizie interessanti!! Stavo riguardando sul III vol. di una storia dell'arte egizia ( C. Aldred - C. Desroches-Noblecourt - F. Daumas - J. Leclant: I FARAONI L'Egitto del crepuscolo),ma mentre ricercavo il termine malachite, non ho ottenuto alcun risultato; voglio dire: l'indice analitico non riporta i nomi dei materiali, ma unicamente quelli di città e dei faraoni... ricerca vana... :sm053:
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EgiTToPhiLo/a
Scriba Reale
05/01/2006 23:12
 
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Re:

Scritto da: Hatshepsut76 05/01/2006 19.09
Che notizie interessanti!! Stavo riguardando sul III vol. di una storia dell'arte egizia ( C. Aldred - C. Desroches-Noblecourt - F. Daumas - J. Leclant: I FARAONI L'Egitto del crepuscolo),ma mentre ricercavo il termine malachite, non ho ottenuto alcun risultato; voglio dire: l'indice analitico non riporta i nomi dei materiali, ma unicamente quelli di città e dei faraoni... ricerca vana... :sm053:



SICURAMENTE LA PROSSIMA VOLTA SARAI PIù FORTUNATO...

PENSO CHE COMUNQUE LA TRADIZIONE DELL'UTILIZZO DEI PIGMWENTI SIA TUTTORA MOLTO AVANZATA IN EGITTO... HO VISTO DEI SERVIZI, ANCHE SU ALCUNE CONCERIE, CHE PRODUCEVANO TELE DAI COLORI ASSOLUTAMENTE SPLENDENTI E FANTASTICI...
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- ShemsetRa -
Architetto Reale

24/06/2006 12:00
 
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Sinceramente non saprei come dall’ematite si potesse ricavare il bianco, forse un etimologo potrebbe chiarirmi se la stessa parola “ematite” è in qualche misura legata al sangue come nome grazie al colore del composto in natura oppure se è solo una mia idea errata.
A dir la verità il bianco l'ho sempre pensato come un composto di magnesio, naturalmente oltre alla calce, come avete gia detto voi.
Però questa notizia l’ho letta anche io da qualche parte, forse su un libro del Cimmino, ma ora non saprei di più.
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- Waenra,
MerytWaenRa, Semenet -
24/06/2006 12:10
 
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Relativamente ai colori, io ho questi appunti.

BIANCO (hedj)
era usato per rappresentare il calcare, l'arenaria, l'argento, il latte, il grasso, il miele, gli ortaggi, i denti, le ossa, il chiaro di luna e alcune corone. Era il simbolo del babbuino associato al dio Toth, della corona dell'Alto Egitto, dell gioia, del lusso e del pane bianco come offerta per i defunti.
Si otteneva polverizzando il calcare.

NERO (kem)
usato per rappresentare l'ebano, la farina di farro, il bestiame, i capelli e gli occhi; nelle tombe si utlizzava per raffigurare il mascara. Il nero era simbolo del mondo dell'oltretomba, dei morti, di Osiride, della fertilità (in questo caso associata al colore del limo del Nilo), del cuore, di Anubis e dell'Ibis.
Si otteneva con cenere ed altri materiali di combustione ridotti in polvere. A volte veniva utilizzato il manganese proveniente dal Sinai.

ROSSO (deshert), ROSSO SANGUE (yenes), VIOLA (tjemes)
usati per rappresentare il colore della pelle degli uomini, il natron, la frutta, la mirra, il legname, gli animali, il sangue, il fuoco, la corona rossa del Basso Egitto, i capelli, i babbuini, gli stranieri, alcuni capi di abbigliamento e, a volte, i morti.
Il rosso era il simbolo dell'ira, della rabbia, della brutalità e della confusione, tuttavia in alcuni casi aveva anche connotazioni positive.
Veniva ricavato dall'ossido di acciaio anidro.

BLU (khesbedj)
usato per rappresentare il colore della pelle degli dei solari, delle parrucche e della barb degli dei; era un colore molto popolare nella ceramica.
Si otteneva dall'azzurrite polverizzata, dai lapislazuli e dal carbonato di rame.

VERDE (wadj)
associato con Wadjet, la dea cobra. Il nome (wadj) significa sano, fiorente, ecc...e il verde rappresentava i campi fertili e la resurrezione di Osiride. Era un colore molto usato per gli amuleti, soprattutto per quelli in ceramica. Gli scaraberi a cuore venivano realizzati in nefrite verde e l'amuleto dell'"occhio" si chiamava wadjet, che significa "essere in buona salute".
Questo colore nsi ricavava dalla malachite.

GIALLO (ketj)
rappresentava il mondo vegetale, alcune qualità di cibo ed il colore della pelle delle donne. Il giallo dorato era il simbolo dei raggi, della luce, del disco solare e dei metalli.
Si otteneva dall'ossido di ferro idrato.
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- ShemsetRa -
Architetto Reale

02/07/2006 19:23
 
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Colori.
Quello che è più semplice e naturale è che i primi colori fossero ricavati solamente dalle pietre.
Fin dall’epoca predinastica gli Egizi si sono distinti per la loro maestria nel realizzare manufatti in pietra, come vasi, tavolette per le offerte e per il trucco, suppellettili varie, utensili..
Per le cose di uso comune certo si impiegavano materiali poveri, cioè pietre molto comuni, ma sempre più dure in rapporto all’evolversi della maestria degli artigiani, ma per gli oggetti di pregio, quindi destinati al culto, alla corte e alla gioielleria, venivano ricercati materiali sempre più singolari, innanzi tutto nel territorio dello stato, poi in quello delle zone limitrofe colonizzabili, ed infine sui mercati esteri.
Così si iniziarono a lavorare pietre dure (come il serpentino, il basalto, il granito, la malachite, la diorite) e semipreziose (come agata, lapislazzuli e corniola).
La lavorazione ovviamente produce materiali di risulta, che possono venire raccolti e reimpiegati (lo sapete che ancora adesso gli orafi di Valenza Po hanno dei banchi da lavoro lisci lisci e con spondine per poter recuperare tutta la polvere d’oro risultante dalla limatura dei gioielli?), in particolare le polveri colorate: si prestano ad essere impastate, con olio, acqua o resine, e possono essere usate per colorare qualcosa (non stoffe), per truccarsi o (udite udite che grande invenzione!) per dipingere.
[SM=x822709]
10/02/2007 13:40
 
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tanto per continuare il discorso sui colori, queste sono le notizie che sono riuscito a reperire:

I colori e il loro simbolismo


Nell’antico Egitto il colore era considerato parte integrante della natura dell’oggetto, o della persona, ed il termine poteva essere intercambiabile e significare, ad un tempo: colore, apparenza, personaggio, essere umano o natura. Gli oggetti con colorazione simile si credeva avessero proprietà simili.
I colori erano sempre in coppia: argento ed oro erano considerati colori complementari (formavano una dualità di opposti, come il sole e la luna). Il rosso faceva da complemento al bianco (basti pensare alla doppia corona dell’antico Egitto), mentre il verde ed il nero rappresentavano aspetti diversi del processo di rigenerazione. Dove è dipinta una processione di persone, i toni della pelle variano dall’ocra chiaro all’ocra scuro.
Ciò che contava, presso gli antichi Egizi, era la purezza del colore, e l’artista avrebbe completato tutto in un unico colore prima di passare al successivo. Il dipinto sarebbe stato finito con un tocco di pennello, per delineare il lavoro, e tracciare pochi dettagli interiori.
Il grado in cui gli antichi artigiani Egizi mescolavano il colore variava da dinastia a dinastia. Ma anche la mistura più vivace di colore non era largamente diffusa. Contrariamente ai pigmenti odierni che forniscono risultati consistenti, molti di quelli disponibili presso gli artisti dell’antico Egitto, reagivano chimicamente tra loro.

Sul finire del periodo di massimo splendore dell’antico Egitto, nei grandi monumenti i colori utilizzati sono: bianco, rosso, nero, azzurro, verde e giallo. Si conoscono, però, altri colori, ottenuti dalla mistura dei primi: grigio, arancione, rosa, bruno e violetto. Molto spesso i colori si ottenevano dai minerali; ad esempio: il bianco poteva essere a base di carbonato di calcio, oppure di solfato di calcio; oppure ancora, di solfato di calcio. Per ottenere il nero si ricorreva alla fuliggine, oppure al nero animale, oppure ancora al carbone a legna; sembra che il primo materiale per la realizzazione di questo colore fosse il migliore. L’azzurro ha origine diverse:

A. Macinazione dell’azzurrite (composto instabile, dunque era soggetto a variazioni dovute all’umidità)

B. Tramite cottura di silice, minerale di rame, carbonato di calcio e natron. Questa formula giunge fino agli Alessandrini, per poi arrivare a Roma, dove Plinio la tramanda chiamandola caeruleum. Per realizzare questo colore, molto probabilmente non veniva impiegata la macinazione del lapislazzuli, né del turchese.

Per il verde veniva utilizzata la polvere di malachite, o crisocolla (silicato di rame idrato); il rosso invece era composto da ossido naturale di ferro, il quale assumeva nomi diversi a seconda della tonalità: anidra o idrata. Il secondo era ocra rossa, chiamata da Plinio rubrica.
Il giallo si ricavava dall’ocra gialla. Durante la XVIII dinastia, per la realizzazione del colore, si adotta la polvere di orpimento (solfuro di arsenico; forse proveniente dalla Persia). La sua intensità poteva essere ottenuta aggiungendo ossido di piombo, oppure materie organiche vegetali (spesso veniva verniciato per far risaltare lo splendore dell’oro).

Gli altri colori erano principalmente mescolanze:

GRIGIO: bianco di gesso + nerofumo
ROSA: gesso + ocra rossa (durante il Nuovo Regno); garanza (in epoca romana)
ARANCIONE: rosso + giallo
BRUNO: rosso + nero
VIOLA: sulla sua composizione non sono stati effettuati studi fino al 1911 (lo attestano le tavole di Gauthier). Champollion riteneva che fosse stato utilizzato come mordente per una doratura

Ogni volta che veniva utilizzato un colore, questo sottintendeva una simbologia:

NERO: rappresentava la rigenerazione
CARMINIO: evocato dalle ali di un fenicottero, era associato a Seth
VERDE: simboleggiava lo sviluppo, la salute (verdi sono gli dei che presiedono l’aldilà)
GIALLO: simboleggiava la presenza della vita divina
BIANCO: simboleggiava l’argento, legato al concetto di purezza

Si è a conoscenza di dipinti in turchese (il cui colore simboleggiava protezione e gioia); il lapislazzuli, invece, era assimilato al cielo notturno, dunque gli era attribuito un potere rigenerativo. Questi simboli, assieme alla dissimilazione – un procedimento per ottenere maggiore chiarezza – favorivano il tentativo di rendere l’aspetto reale degli oggetti, o degli esseri animati.

La differenza di colore si nota anche nelle rappresentazioni umane: infatti, mentre la pelle dell’uomo era color terra di Siena,quella della regina è di un color ocra chiaro; ed in questo modo si cerca di riprodurre la realtà.

Quello che mi sembra importante sottolineare è che lo scopo che avevano i colori utilizzati, era quello di rappresentare il mondo reale. Usando questi colori, l’artista si prefiggeva uno scopo: trovare accostamenti piacevoli per l’occhio, che potessero variare le tinte tra di loro, ed essere accordate insieme. Questa particolarità la si riscontra nei geroglifici in vetro, utilizzati nel sarcofago di Petosiris.
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- Waenra,
MerytWaenRa, Semenet -
07/06/2007 10:06
 
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Egitto, la scienza ridà colore agli antichi dipinti murali
Dipinti egizi Quando pensiamo all’Egitto ci vengono subito in mente le piramidi, il deserto e splendide spiagge. Forse proprio per questo è una delle mete più ambite dai turisti. Il paese africano vanta inoltre una grande quantità di siti archeologici, talora in pericolo per erronei interventi di restauro e conservazione. Per contrastare ciò ha preso l’avvio un nuovo progetto per la salvaguardia dei dipinti murali egizi, che vede la collaborazione fra l’Istituto di chimica inorganica delle superfici (Icis) del Consiglio nazionale delle ricerche di Padova e l’Istituto superiore per le tecniche di conservazione dei beni culturali e dell’ambiente ‘Antonino De Stefano’ (Isad ), che, su licenza del Supremo Consiglio dell’Antichità d’Egitto è concessionario dello scavo archeologico e del restauro della Necropoli egizia di Gharbi Assuan.
I ricercatori Isad, dopo aver prelevato piccolissimi campioni di tutti i colori dei dipinti murali di Gharbi Assuan, li hanno analizzati nei laboratori del Cairo, rilevando così per la prima volta quantità e qualità dei singoli minerali che costituiscono i dipinti.

I risultati sono stati consegnati all’Icis-Cnr che, dallo scorso 25 maggio, ha iniziato con il coordinamento del professor Pietro Alessandro Vigato, a riprodurre in laboratorio le stesse cromie individuate nei dipinti murali egizi. La ricerca scientifica permetterà di individuare il prodotto più adatto per il restauro e la conservazione di queste opere.
“Il progetto pilota per il restauro della necropoli di Gharbi Assuan contribuisce alla salvaguardia degli splendidi dipinti murali egizi con un approccio scientifico e innovativo mai sperimentato in precedenza”, spiega Vigato. “Finora il restauro dei dipinti delle tombe ipogee egiziane è sempre stato realizzato con prodotti commerciali scarsamente compatibili e spesso formulati per gli affreschi italiani, completamente diversi da quelli egizi, soprattutto nella composizione. Poiché i dipinti egizi hanno sicuramente bisogno di un trattamento formulato ad hoc la ricerca sarà orientata verso la messa a punto in laboratori di prodotti per il restauro durevoli e compatibili con i materiali originali dei dipinti”.
Verranno inoltre definite le condizioni ambientali ideali per la conservazione di questi dipinti, temperatura e umidità saranno studiate con metodologie endoscopiche e con opportuni sensori applicati su tombe sotterranee non ancora aperte.

Fonte: Almanacco della scienza
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