tanto per continuare il discorso sui colori, queste sono le notizie che sono riuscito a reperire:
I colori e il loro simbolismo
Nell’antico Egitto il colore era considerato parte integrante della natura dell’oggetto, o della persona, ed il termine poteva essere intercambiabile e significare, ad un tempo: colore, apparenza, personaggio, essere umano o natura. Gli oggetti con colorazione simile si credeva avessero proprietà simili.
I colori erano sempre in coppia:
argento ed
oro erano considerati colori complementari (formavano una dualità di opposti, come il sole e la luna). Il
rosso faceva da complemento al bianco (basti pensare alla doppia corona dell’antico Egitto), mentre il
verde ed il
nero rappresentavano aspetti diversi del processo di rigenerazione. Dove è dipinta una processione di persone, i toni della pelle variano dall’ocra chiaro all’ocra scuro.
Ciò che contava, presso gli antichi Egizi, era la purezza del colore, e l’artista avrebbe completato tutto in un unico colore prima di passare al successivo. Il dipinto sarebbe stato finito con un tocco di pennello, per delineare il lavoro, e tracciare pochi dettagli interiori.
Il grado in cui gli antichi artigiani Egizi mescolavano il colore variava da dinastia a dinastia. Ma anche la mistura più vivace di colore non era largamente diffusa. Contrariamente ai pigmenti odierni che forniscono risultati consistenti, molti di quelli disponibili presso gli artisti dell’antico Egitto, reagivano chimicamente tra loro.
Sul finire del periodo di massimo splendore dell’antico Egitto, nei grandi monumenti i colori utilizzati sono: bianco, rosso, nero, azzurro, verde e giallo. Si conoscono, però, altri colori, ottenuti dalla mistura dei primi: grigio, arancione, rosa, bruno e violetto. Molto spesso i colori si ottenevano dai minerali; ad esempio: il bianco poteva essere a base di carbonato di calcio, oppure di solfato di calcio; oppure ancora, di solfato di calcio. Per ottenere il
nero si ricorreva alla fuliggine, oppure al nero animale, oppure ancora al carbone a legna; sembra che il primo materiale per la realizzazione di questo colore fosse il migliore. L’
azzurro ha origine diverse:
A. Macinazione dell’azzurrite (composto instabile, dunque era soggetto a variazioni dovute all’umidità)
B. Tramite cottura di silice, minerale di rame, carbonato di calcio e natron. Questa formula giunge fino agli Alessandrini, per poi arrivare a Roma, dove Plinio la tramanda chiamandola
caeruleum. Per realizzare questo colore, molto probabilmente non veniva impiegata la macinazione del lapislazzuli, né del turchese.
Per il verde veniva utilizzata la polvere di malachite, o crisocolla (silicato di rame idrato); il rosso invece era composto da ossido naturale di ferro, il quale assumeva nomi diversi a seconda della tonalità:
anidra o
idrata. Il secondo era ocra rossa, chiamata da Plinio
rubrica.
Il giallo si ricavava dall’ocra gialla. Durante la XVIII dinastia, per la realizzazione del colore, si adotta la polvere di
orpimento (solfuro di arsenico; forse proveniente dalla Persia). La sua intensità poteva essere ottenuta aggiungendo ossido di piombo, oppure materie organiche vegetali (spesso veniva verniciato per far risaltare lo splendore dell’oro).
Gli altri colori erano principalmente mescolanze:
GRIGIO: bianco di gesso + nerofumo
ROSA: gesso + ocra rossa (durante il Nuovo Regno); garanza (in epoca romana)
ARANCIONE: rosso + giallo
BRUNO: rosso + nero
VIOLA: sulla sua composizione non sono stati effettuati studi fino al 1911 (lo attestano le tavole di Gauthier). Champollion riteneva che fosse stato utilizzato come mordente per una doratura
Ogni volta che veniva utilizzato un colore, questo sottintendeva una simbologia:
NERO: rappresentava la rigenerazione
CARMINIO: evocato dalle ali di un fenicottero, era associato a Seth
V
ERDE: simboleggiava lo sviluppo, la salute (verdi sono gli dei che presiedono l’aldilà)
GIALLO: simboleggiava la presenza della vita divina
BIANCO: simboleggiava l’argento, legato al concetto di purezza
Si è a conoscenza di dipinti in turchese (il cui colore simboleggiava protezione e gioia); il lapislazzuli, invece, era assimilato al cielo notturno, dunque gli era attribuito un potere rigenerativo. Questi simboli, assieme alla dissimilazione – un procedimento per ottenere maggiore chiarezza – favorivano il tentativo di rendere l’aspetto reale degli oggetti, o degli esseri animati.
La differenza di colore si nota anche nelle rappresentazioni umane: infatti, mentre la pelle dell’uomo era color terra di Siena,quella della regina è di un color ocra chiaro; ed in questo modo si cerca di riprodurre la realtà.
Quello che mi sembra importante sottolineare è che lo scopo che avevano i colori utilizzati, era quello di rappresentare il mondo reale. Usando questi colori, l’artista si prefiggeva uno scopo: trovare accostamenti piacevoli per l’occhio, che potessero variare le tinte tra di loro, ed essere accordate insieme. Questa particolarità la si riscontra nei geroglifici in vetro, utilizzati nel sarcofago di Petosiris.