In "La Civiltà Egizia" ho letto con interesse un articolo dedicato alla regina
Ahhotep e mi sono permesso di inserire un commento relativo al paragrafo "
pugnali gemelli".
Nel testo, infatti, si scrive che doveva verosimilmente trattarsi di "armi cerimoniali" a causa della scomoda impugnatura
"che doveva essere tenuta nel palmo della mano con la lama che passa tra l’indice ed il medio". Mi sono permesso di far notare che quel tipo di impugnatura è, invece, molto comodo proprio perché l'appoggio è nel palmo della mano facendo dell'arma un vero e proprio prolungamento armato del braccio (tanto che, per armi similari, si parla di "daga da spinta").
Ho portato come esempio il "
jamadhar" indiano ("
il dente della morte"...e la traduzione direi che è di per se molto esaustiva...) che è costituito da una lama corta e da un appoggio proprio nel palmo della mano con due prolungamenti che affiancano il polso e rendono l'arma solidale al braccio.
Tornando ai "pugnali gemelli" (quelli di Ahhotep erano forse davvero solo simulacri e non armi vere e proprie): uso in battaglia? Forse si se li si considera armi da corpo a corpo (non dimentichiamo che le battaglie, anticamente, si trasformavano quasi sempre in enormi cruente risse con scontri "faccia a faccia") o, anche, come una sorta di "scudo" del braccio non predominante, ovvero non dotato di altra arma come, nel caso dell'Egitto, una "
kopesh".