Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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Voce "Tutankhamon" su Wikipedia Italia

Ultimo Aggiornamento: 07/12/2016 12:35
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02/12/2016 00:15
 
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Come fatto per altre voci che sto adeguando, vi riporto qui di seguito, in anteprima, quel che tra poco posterò su WP Italia. Per favore verificate e se ci sono correzioni da apportare ditelo, grazie:

I nomi

Dodicesimo re della XVIII dinastia]][N 2][4], facente parte del cosiddetto Nuovo Regno, è anche noto come “il faraone fanciullo” essendo assurto al trono in giovanissima età, tra i nove e i dieci anni. La non trascrizione delle vocali nell'antica lingua egizia comporta oggi che il suo nome venga spesso riportato, anche a seconda della lingua, come Tutanchamun, Tutankhamun, Tutankhamen,Tutenkhamen, Tutenkhamon[5].
Tutankhamon, ovvero "Immagine vivente di Amon" è, nella titolatura regale, il nome del re preceduto dall'epiteto Sa-Ra, ovvero “figlio di Ra”. Il suo prenome, quello con cui, di fatto, era maggiormente conosciuto tra i suo contemporanei, era Neb-Kheperu-Ra[N 3][6]
Precedentemente all'assunzione del trono, durante il periodo dell’Eresia Amarniana, ed antecedentemente alla restaurazione degli dei e del culto di Amon, dovuti allo stesso Tutankhamon, la parte teofora del nome faceva riferimento al dio Aton ed era, pertanto, Tutankhaton.
Sempre in relazione all'individuazione onomastica di questo re, a lui sarebbe correlato il nome Bibburiash, desumibile dalle Gesta di Shuppiluliumash narrate da suo figlio Mursilis II, a proposito della richiesta da parte della regina egizia Dahamunzu[N 4][7] di un figlio del re Hittita da sposare e porre sul trono d’Egitto[N 5]. E' bene precisare che nessuna lettera in tal senso è stata mai rinvenuta nell'Archivio delle Lettere di Amarna [8]
Lo scrittore romano, di origine ebraica, Flavio Giuseppe, in una epitome greca della sua opera, che compendia le Antichità, riporta i nominativi di alcuni re egiziani tratti dall'Aigyptiaká di Manetone [9]. Tra questi è possibile ipotizzare che Tutankhamon sia individuabile in Rahotis che regnò 9 anni. Lo stesso re può essere individuato nel Rathos dell’elenco, sempre derivante da Manetone, di Sesto Giulio Africano.
Da frammenti parietali provenienti dal Palazzo Nord di Amarna (l’antica Akhetaton), rinvenuti nel 1930 dalla Egypt Exploration Society, sembrerebbe infatti evincersi che all'atto dell'assunzione del trono da parte del giovane re, Nefertiti fosse ancora viva giacché i due figurano a bordo di un carro guidato dalla regina con accanto il piccolo Tutankhamon che, tuttavia, già indossa la corona pshent. Pur non essendo iscritti i nominativi dei due personaggi[10], la regina è riconoscibile per il particolare copricapo a lei solito e rappresentato nel suo busto più famoso, oggi al Pergamonmuseum di Berlino. In altre iscrizioni dallo stesso Palazzo, però, il giovane re viene indicato ancora con il nome teoforo Tutankhaton, anche se contestualmente compare il nome Tutankhamon; quest’ultimo, tuttavia, appartiene ad una titolatura incompleta giacché mancano il Nome di Horus e il titolo Le Due Signore[11], né è ipotizzabile (per posizione o ampiezza del testo) un’abrasione o cancellatura; se ne desume che per i primi anni di regno, Tutankhamon abbia avuto una titolatura monca, completata poi solo successivamente a seguito del trasferimento della Corte da Akhetaton a Tebe. Ritengono alcuni studiosi, da testimonianze indirette, che il re abbia perciò partecipato a due (se non tre) distinte cerimonie di incoronazione[12]:
la prima ad Akhetaton, nell'immediatezza della successione al predecessore, con il nome di Tutankhaton e la titolatura ancora incompleta (il che giustificherebbe la presenza di Nefertiti nel rilievo sopra menzionato quale garante della titolarietà alla successione);
una seconda (forse) a Menfi, ove la Corte si trasferì intorno all'anno 4° di regno, nel corso della quale venne confermato il nome legato al dio Aton, ovvero Tutankhaton[N 6];
una terza a Tebe (questa con valore eminentemente religioso), ovvero nel tempio di Karnak dedicato ad Amon[N 7], lontano dalla città eretica di Akhetaton e questa volta con l’assegnazione della titolatura completa ed il nome di Tutankhamon.
Le tre cerimonie distinte troverebbero ragion d'essere nella volontà, posta in essere dal Consiglio di reggenza cui Tutankhamon era sottoposto a causa della giovanissima età, di preparare gradatamente il ritorno alle antiche consuetudini politico-religiose, mutate con l'Eresia Amarniana, senza drastici cambi che sarebbero potute essere causa anche di una guerra civile[13].

Biografia

Alla morte di Akhenaton sale al trono Smenkhara, re di cui si hanno labili e scarse tracce, il cui regno autonomo dura, molto verosimilmente, meno di un anno. Una ipotesi vuole tuttavia[N 8], che sia da individuarsi una possibile coreggenza tra Akhenaton e Smenkhara [14], ma non tra il secondo e Tutankhamon; prova ne sarebbe l’esistenza attestata ad Akhetaton, stando a rilievi parietali, di una Casa di Smenkhara, mentre non viene citata alcuna Casa di Tutankhamon[15].

Alla scomparsa di Smenkhara, essendo ancora vigente il culto atoniano, salì al trono il giovanissimo Tut-ankh-aton di 9 o 10 anni. Annosa la questione della genealogia del giovane re: si ipotizzò che fosse figlio di Amenhotep IV e della regina Tye, e quindi fratello di Akhenaton[N 9][16], ma anche che potesse essere figlio di Akhenaton e Nefertiti o di quest’ultimo re e di una regina minore, Kiya[N 10][17], o ancora di Akhenaton e della propria figlia Maketaton. In tal senso sarebbe interpretabile una scena di compianto funebre in una delle sepolture predisposte ad Akhetaton (oggi purtroppo quasi “illeggibile”) per la famiglia reale e forse destinata a Maketaton (ma altri ipotizzano possa trattarsi della tomba di Kiya)[18]. In tale scena infatti, dinanzi al catafalco funebre su cui giace un corpo femminile, sono riconoscibili le figure di Akhenaton e Nefertiti (quest'ultima identificabile per l'alto cappello a cono rovesciato); Akhenaton, in palese costernazione, stringe il polso di Nefertiti quasi cercandone conforto. Accanto ai due personaggi un terzo, evidentemente una balia, regge tra le braccia un bambino ed è affiancata da un portatore di flabello, quasi a voler simboleggiare il livello regale del neonato. Si ipotizza, pertanto, che il fanciullo possa essere Tutankhamon e che la defunta possa esserne la madre, morta per parto, individuabile in Maketaton o Kiya[19].

Nell'anno 1° o 2° di regno, Tutankhaton, di anni 8-9, sposò Ankhesepaaton, ovvero Che lei possa vivere per Aton, figlia di Akhenaton, che di anni doveva averne 12-13 essendo nata intorno all'anno 5° o 6° del regno paterno [20]. Nell'imminenza del trasferimento della Corte a Menfi, o immediatamente dopo, i due modificano i propri nomi rispettivamente in Tutankhamon e Ankhesenamon; il re, inoltre, aggiunse alle titolature classiche anche l'epiteto Sovrano di On del sud, con riferimento a Tebe, pur non nominandola espressamente. Si ritiene che tale fu una concessione politica alla casta sacerdotale di Amon a Karnak giacché veniva riconosciuta, sia pur in maniera non esplicita, la preminenza di Tebe e il rinnovo del suo riconoscimento quale capitale del Paese[21].

Il Consiglio di Reggenza

Al momento dell'assunzione del trono, data la giovane età e la necessità di procedere, contestualmente, non solo alla "normale" amministrazione dello stato, ma anche alle funzioni religiose e di capo dell'esercito, al giovanissimo re venne affiancato un Consiglio di Reggenza costituito dal Padre Divino Ay[N 11], da Maya, sovrintendente reale e poi sovrintendente della necropoli reale tebana, la Valle dei Re, e da Horemheb, comandante dell'esercito[N 12].
Il Paese, inoltre, era ormai debilitato dall'esperienza atoniana vuoi sotto il profilo interno che nei rapporti internazionali; grave si presentava anche la situazione economica[N 13][22], era inoltre politicamente necessario rompere con il passato regime voluto da Akhenaton e, poco dopo la salita al trono del nuovo sovrano, l'intera corte abbandonò la capitale Akhetaton per spostarsi prima a Menfi e poi a Tebe[N 14]. Fu così che la cerimonia di incoronazione, già svoltasi ad Akhetaton sotto il patrocinio del dio Aton, venne ripetuta a Karnak, questa volta sotto l'egida di Amon.
In tale quadro di incertezza politico-religiosa, si inquadra, perciò, la produzione, nell'anno 6° di regno, della Stele della restaurazione da intendersi, oltre che come dichiarazione di ritorno agli antichi culti, anche, e specialmente, come azione pubblica, in qualche modo risarcitoria, proprio per il clero di Amon[23]. L'ide di fondo di limitare, tuttavia, il potere di Amon, e del suo clero, restò al punto che può essere interessante notare che in tutte le iscrizioni di tale periodo in cui compare il nome dei dio Amon, questo non viene mai indicato come Amon-Ra-sonter, ovvero Amon-Ra re di tutti gli dei, ma semplicemente come Amon-Ra[24]; analoga idea, ovvero il tentativo di tenere a bada il potere del clero di Karnak, è interpretabile nella presenza quasi costante di una triade di divinità composta da Amon, Ptah e Ra, questi ultimi dei molto più antichi ed importanti, in origine, di Amon che faceva invece parte di una ogdoade locale[25].

Genealogia di Tutankhamon

Negli anni tra il 2007 ed il 2009, di pari passo con l'evoluzione scientifica, si è sviluppato il King Tutankhamun Family Project che nel 2010 ha reso noti risultati che hanno rivoluzionato le ipotesi fino ad allora avanzate vuoi sulla genealogia del re, vuoi sulle possibili cause di morte. Il progetto aveva preso in esame undici mummie (di cui solo tre con attribuzione certa[N 15])[N 16] dalle quali erano stati prelevati campioni ossei per l'estrazione del DNA. Tutte le mummie interessate al progetto, inoltre, furono sottoposte in loco a TAC grazie ad un'apparecchiatura mobile[27].

Un primo accertamento, incentrato sullo stabilire i legami di parentela tra le mummie analizzate, consentì di appurare che[28][N 17]:
- Yuya e Thuya erano i bisnonni di Tutankhamon;
- Amenhotep III e KV35EL erano i nonni;
- il corpo della KV55 (Smenkhara?) e KV35YL[29] erano i genitori di Tutankhamon;
- i feti rinvenuti nella KV62 erano figli di Tutankhamon e di KV21A (ma su tale legame non vi fu certezza).

Patologie

Altri accertamenti riguardarono le patologie sofferte e le possibili cause di morte[31]. Per appurare se il corpo di KV55 fosse identificabile per quello di Akhenaton, piuttosto che di Smenkhara, si fece riferimento alla statuaria nota di tale re ed a quella di Tutankhamon considerando che i due personaggi presentano entrambi, più apprezzabile in Akhenaton, ma presente sia pur in misura inferiore in Tutankhamon, caratteri di ginecomastia compatibili con apparenza effeminata interpretabile come Sindrome di Marfan. L'esame delle mummie di Tutankhamon e di KV55, in tal senso, vennero rese difficoltose dall'assenza, in entrambi, di un torace verificabile così come scarsamente verificabili si presentarono le ossa del bacino, quasi assenti in Tutankhamon e notevolmente frammentate in KV55. Una ricostruzione di queste ultime eseguita grazie alla TAC, tuttavia, non fornì dati compatibili con tratti femminei. Altro fattore investigato, pure sintomatico della Sindrome di Marfan, fu la presenza di dolicocefalia[N 18], ma per entrambe le mummie l'esito fu negativo ed anzi, al contrario, furono rilevati caratteri di brachicefalia[N 19]. La mancanza di altri segni tipici della Sindrome, in assenza di altre prove desumibili dai resti, escluse con quasi certezza che i due corpi presi in esame ne fossero stati affetti[32].

Particolare interesse venne posto nell'esame della mummia di Tutankhamon per appurarne eventuali patologie e le possibili cause di morte[33]. Il corpo venne sottoposto anche a radiografie appurando che non esistevano malformazioni o danni traumatici a carico del capo e del tronco mentre esisteva una frattura, non completamente rinsaldata, a carico della gamba sinistra; un esame dei piedi consentì inoltre di appurare che il piede destro presentava caratteristiche compatibili con una possibile deformità attribuibile ad equinismo[N 20], nonché necrosi di alcuni tessuti che erano mancanti; il piede sinistro, a sua volta, presentava il secondo e terzo dito in abduzione; il secondo dito era, inoltre, più corto poiché mancante della falange media (oligodattilia/ipofalangismo). La diagnosi che ne derivò fu di "necrosi ossea asettica e precoce al secondo e terzo metatarso del piede sinistro" (Malattia di Kohler) di certo ancora in corso all'atto della morte; una tal condizione protrattasi nel tempo, unitamente al piede equino a destra, causava di certo una non corretta distribuzione del peso corporeo, e conseguente difficoltà alla deambulazione, che poteva solo in parte essere corretta dall'uso di un bastone. Tale diagnosi ben si concilierebbe, peraltro, con l'alto numero di bastoni da passeggio (in numero di circa 130) rinvenuti all'interno della KV62[34][35], tutti recanti evidenti tracce di usura. La disabilità, inoltre, potrebbe essere confermata anche da alcuni reperti della tomba di Tutankhamon là ove, per l'espletamento di particolari attività da svolgersi tipicamente in piedi, come la caccia, il re viene invece rappresentato seduto.

Ulteriore scoperta derivò dall'esame del DNA plasmodiale[36] che consentì di rilevare che almeno quattro dei personaggi sottoposti agli accertamenti[N 21] erano stati colpiti da Plasmodium falciparum, responsabile della malaria tropica, una delle forme più gravi della malattia[N 22][37]. Non fu tuttavia possibile stabilire l'epoca dell'infezione o se essa fosse causa della morte di qualcuno dei soggetti analizzati anche se, nel caso di Tutankhamon e di Yuya, si presentavano infezioni multiple, da più ceppi virali[N 23].

Causa di morte

Il resoconto finale[38], sulle attività cliniche attinenti il re Tutankhamon, traccia un quadro complessivo decisamente critico: il re soffriva di piede equino, aveva malformazioni anche al piede sinistro, soffriva di Malattia di Kohler e benché di giovanissima età, era tuttavia alquanto fragile e necessitava di bastoni per camminare a causa anche delle ossa necrotiche e della frattura alla gamba sinistra; alcuni di tali disturbi, tra loro sommati, potrebbero essere stati responsabili di infiammazioni cumulative e immuno-soppressive in un soggetto, perciò, debilitato ed in cui una infezione malarica potrebbe essere stata fatale. Non è stato perciò possibile una diagnosi univoca della causa di morte, ma solo ipotesi di concause.

Opere pubbliche e monumenti

Il regno di Tutankhamon durò relativamente poco e non gli fu possibile perciò sviluppare un programma edilizio complesso. Tutte le rilevanze che possediamo in tal senso provengono dei templi di Karnak e Luxor. La "restaurazione" del potere di Amon, e del suo clero, venne, infatti, celebrata dalla Stele della Restaurazione mentre i complessi templari di Karnak (l'antica Iput-Waset) vennero abbelliti e resi ancor più ricchi come risulta anche dal teso della stele citata. A Tutankhamon si deve il viale, fiancheggiato da sfingi criocefale, ovvero con il capo d'ariete, che congiunge il recinto templare di Amon (di cui l'ariete è una rappresentazione) con quello della sua sposa divina, Mut. Il desiderio di rendere omaggio al dio spodestato dal suo predecessore, portò alla restaurazione dell'antica Festa di Opet, forse la massima festa popolare dell'antico Egitto, interrotta durante il periodo dell'eresia amarniana, nel corso della quale, onde ricreare la necessaria trinità alla base della religione egizia in genere, il dio Amon e la dea Mut concepivano annualmente il divino figlio Montu il cui recinto templare si trova poco discosto da quello dei genitori.
Un monumento, rappresentante Tutankhamon e la grande sposa reale Ankhesenamon assisi, si trova nel complesso templare di Luxor e venne però usurpato da Ramses II ([[XIX dinastia egizia|XIX Dinastia), che fece sostituire i cartigli dei due sposi con quello suo e della regina Nefertari.


...se volete vedere la voce in WP con le annotazioni e le fonti (ma debbo ancora ultimarla):



[Modificato da Hotepibre 02/12/2016 17:04]
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