Francis: possibile avere la fonte? C'è solo il nome dell'autore dell'intervista.
Per comprendere meglio con chi abbiamo a che fare:
Alessandro de Angelis:
nato nel 1958, dopo una esperienza premorte all'età di 17 anni, si iscrive alla facoltà di Lettere e Filosofia abbracciando il campo demo-etno-antropologico, dove teorizza la nascita delle religioni legata alle grandi catastrofi naturali.
Si interessa di meccanica quantistica e degli studi che hanno portato molti scienziati a teorizzare il modello dell'universo olofrattografico.
[testo tratto dal sito "macrolibrarsi": "...la miglior selezione di libri a tutte le persone che cercano nuove tecniche per vivere bene la loro vita e sperimentare un benessere più profondo..."]
[non posso aiutarvi per il termine "olofrattografico" che non ho reperito in alcun vocabolario on line (Treccani, Zanichelli etc.)]
...per quanto riguarda la "
scoperta" di
Mose/Horemhab...almeno da quanto desumibile dall'intervista
(che dovrebbe compendiare il nucleo essenziale di un libro così da stuzzicare il possibile lettore), non credo necessario esprimermi se non sottolineando che forse
da un colabrodo uscirebbe meno acqua... altri hanno espresso il loro giudizio sull'autore, sul padre di costui
(Alessio anch'egli "antropologo"), e sui molteplici libri pubblicati, in altri siti cui vi rimando se siete curiosi.
...per avere un'idea più chiara dei lavori proposti dall'autore citato, riporto la presentazione di un altro suo libro
("Il figlio segreto di Gesù"), sempre da "
macrolibrarsi":
«Dal vangelo di Gv 19:26,27: "Gesù dunque, vedendo sua madre e presso di lei il discepolo che egli amava, disse a sua madre: «Donna, ecco tuo figlio!» Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!» E da quel momento, il discepolo la prese in casa sua".
Gli esegeti hanno sempre interpretato questo passo come se Gesù si stesse rivolgendo a sua madre Maria, chiedendogli di prendere sotto la sua custodia "il discepolo che Gesù amava", mentre la giusta traduzione, supportata da un'attenta analisi filologica e di comparazione storica, sarebbe:
"Gesù allora, avendo visto la madre [ovvero la madre del discepolo che Gesù amava, NdA] e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: Moglie, ecco tuo figlio! Poi disse al discepolo: Ecco tua madre! E da quell'ora il discepolo l'accolse con sé".
L'identità del discepolo che Gesù amava viene svelata grazie ai moderni metodi della ricerca storica, insieme alle gesta, al martirio, alla morte del figlio segreto descritti in un antichissimo documento dell'epoca.»
...per inciso, il nome della principessa etiope
Tarbi (richiamato nell'intervista ed indicata come possibile sorella addirittura di Nefertiti e Kiya) , figlia del re di Saba
("...a cui poscia Cambise -scrive Giuseppe- cangiò nome in Meroe così chiamandosi la sorella di lui...") è un
hapax nell'opera di Giuseppe Flavio, compare cioè
una e una sola volta.
La principessa avrebbe deciso di sposare Mose
(e non il contrario) "...per via del sommo pericolo a cui erano condotti gli Etiopici...". Mose
"...impadronitosi della città non romperebbe i patti...celebrò quelle nozze e ricondusse gli egizi alle loro terre...".
Di Tarbi non si parla più in tutta l'opera di Giuseppe Flavio, ed anzi poche pagine dopo Mose, che tornato in patria era inviso ai Funzionari di Corte, è costretto a fuggire per aver ucciso un egizio. Si rifugia in
Madian dove conosce e salva le figlie di Jethro che
"...sel prende per figlio e gli da in isposa una delle sue figlie...". [Mose bigamo? ...e che fine ha fatto Tarbi?]
(i brani di Giuseppe Flavio sopra riportati sono tratti dalle "Antichità Giudaiche", Tomo I, edizione 1832 nella traduzione di Francesco Angiolini)
[Modificato da Hotepibre 23/08/2016 11:58]