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Exodus-Mosè il faraone Horemheb. La storia nascosta dell’esodo e del golpe di Mosè

Ultimo Aggiornamento: 29/10/2016 16:22
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- Waenra,
MerytWaenRa, Semenet -
18/08/2016 20:16
 
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by Giulio Perrotta

La nuova scoperta del saggista Alessandro De Angelis, scrittore/ricercatore/ storico delle religioni, ha dell’incredibile! Chi è veramente Mosé.

Alessandro, anche questa volta le tue scoperte sono tali da far tremare le fondamenta le Cristianesimo.

Assolutamente, usciamo a settembre con il libro sull’Antico Testamento Exodus-Mosè il Faraone Horemheb. Non potevamo esimerci dal farlo visto il proliferare di notizie antistoriche che circolano in questo periodo su Yahweh e tutti i personaggi della Bibbia.

C’è chi ha visto in Mosè il faraone Akhenaton, chi Ramses, successore del generale Horemheb, ma questa è la prima volta in assoluto che sento parlare di Mosè come il faraone Horemheb, come sei giunto a questa scoperta, che se confermata sarebbe scoop autentico?

Mosè nel Targum, viene definito yahudae, e gli Yahud erano i sacerdoti del culto di Aton, che doveva essere soppiantato dal culto di Amon-Ra il quale rappresentava il passaggio dall’era del toro a quella dell’ariete.

Mosè era egiziano, ed il suo stesso nome ne denuncia l’origine egizia: Moshe = figlio di = fanciullo. Per la Bibbia Mosè significherebbe ”salvato dalle acque” a ricordo del suo miracoloso ritrovamento nel Nilo e l’ebraico Moshè ha assonanza col verbo “trarre fuori”, ma la radice egizia ”Moses” significa figlio di o generato da, e ne sono esempi Thutmosis o Ramses figlio di Toth e di Ra, anche se nel caso di Mosè manca il padre, che evidentemente andava nascosto per non far capire chi era il personaggio. Dal racconto dell’infanzia di Mosè, quando fu salvato dalle acque, sappiamo che la principessa figlia del faraone si chiama Termuti, mi sono quindi chiesto: come mai i redattori conoscono il nome della figlia del faraone ma non quello del faraone che non viene nominato?

Ma se Mosè era chiamato Yahudae, ovvero sacerdote del culto di Aton, allora il faraone non doveva per forza di cose essere Akhenaton?

Esatto, difatti questo faraone fu colpito dalla damnatio memoriae, ed a farlo fu proprio il suo generale che divenne faraone, il generale Horemheb, che distrusse tutti i templi dedicati ad Aton e le iscrizioni dedicate al faraone Akhenaton. Ci fu una guerra tra Horemhen ed Akhenaton, che fu la famosa guerra tra Mosè ed il faraone senza nome che perse la battaglia. Mosè fu promosso generale dal faraone dopo che gli etiopi invasero l’Egitto arrivando fino a Menfi ed al Mar Rosso, saccheggiando il paese a causa del tempio di Aton che il faraone mise in Nubia. La Nubia era chiamata Etiopia in quel tempo, era il regno di Kush, lo storiografo G. Flavio descrive come Mosè passò attraverso il deserto, distruggendo gran parte dell’esercito etiope, che si rifugiò a Saba, nell’isola di Meroe. Una città fortificata da alte mura e circondata dalle acque del Nilo che si divideva in due parti e con forti correnti. Ma la principessa Tharbi chiese a Mosè di sposarlo, lui accettò e si dichiarò padrone di quelle terre che appartenevano al faraone, facendo un golpe nei suoi confronti.

Alessandro, ma il faraone non lo avrebbe ucciso una volta tornato da lui?

Questa è la domanda che mi sono posto, la politica era uguale ieri come oggi, quindi perché Mosè tornò sapendo che il faraone lo avrebbe ucciso? Certo non lo avrebbe ucciso subito, visto che tornava da eroe nazionale avendo sconfitto gli etiopi, ma sapeva che avrebbero congiurato per ucciderlo, e G. Flavio lo dice nel suo racconto che venne a sapere della congiura del faraone per ucciderlo. Ma Mosè/Horemheb aveva il suo asso nella manica che era rappresentato proprio dalla principessa nubiana Tharbi e sia la regina Nefertiti che la moglie secondaria di Akhenaton, Kiya, erano nubiane e principesse, quindi sorelle di Tharbi. Mosè pensò che diventando cognato del faraone si sarebbe salvato, invece osò troppo dichiarandosi padrone della terra conquistata, inoltre l’esercito etiope dichiarò guerra al faraone per aver posto il tempio di Aton in Nubia e sia Akhenaton che Nefertiti erano i diretti sacerdoti che si relazionavano con Aton.

Quindi riassumendo, Mosè sappiamo che era sacerdote di Akhenaton essendo Yahudae, inoltre generale e combatte in etiopia e lo stesso valse per Horemheb?

Si, il fatto che fossero entrambi generali e che entrambi combatterono in Etiopia ci ha dato le prove che erano la stessa persona, prove confermate da tantissimi altri indizi che troverete nel libro. Inoltre siamo riusciti a svelare il monte Sinai, la sua collocazione in Etiopia e il giardino dell’eden di cui parla la Bibbia, sempre in Etiopia. Possiamo riassumere dicendo che ci furono due espulsioni, quella degli Hyksos-Habiru-Ebrei sotto il faraone Ahmose, oltre due secoli prima di questo evento, ed i cui re erano i patriarchi della Bibbia, di cui ci parla lo scrittore esperto di storia del vicino oriente antico Andrea Di Lenardo in questo libro, poi la guerra tra Mosè ed il faraone ed infine l’espulsione degli Yahud-egizi, sacerdoti del culto di Aton, insieme alla parte del popolo che li seguiva. Gli Yahud, quando furono espulsi nella terra di Canaan fondarono il piccolo stato di Giuda cercando di riproporre il monoteismo su Aton. Nella versione Aramaica dell’Antico Testamento, Dio è chiamato Ay e non Yahweh, e la parola Adonay, usata dagli Ebrei per evitare di dire ad alta voce il nome di Dio, significa “Signore Ay”. Quindi il culto di Aton non fu mai abolito, ma semplicemente trasportato dai sacerdoti di Aton fuori dall’Egitto trasformandolo nel culto di Adon Ay, ovvero Yahweh. Gli Yahud quando furono scacciati si trovarono a dover combattere le varie tribù degli Habiru ebrei espulsi due secoli prima ed adoratori di altri dei, Ba’al in primis, finché non riuscirono ad avere la meglio imponendo di nuovo il loro dio che diventò lo Yahweh che ora vogliono cercare di trasformare in alieno per nascondere ancora una volta la sconcertante verità storica fatta non di inesistenti dei o alieni, ma di politica e potere.

Grazie Alessandro, per il tempo e la disponibilità. A presto.

Grazie a te e a tutta la redazione
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