Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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Per la serie: “vero o falso” e “com’è andata a finire” ?

Ultimo Aggiornamento: 24/08/2015 18:59
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Maestro degli Scribi
24/08/2015 18:59
 
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Aggiungo agli altri argomenti già trattati sui falsi o presunti tali, un nuovo caso.
Si tratta di un dipinto scoperto nel 1871 da Auguste Mariette a Meidum nella mastaba di Nefermaat, figlio del re Snefru, e Atet sua consorte.
La raffigurazione rappresenta un gruppo di oche da cui deriva il nome: le Oche di Meidum, molto famoso.
Il pannello delle dimensioni di cm 27 di altezza e cm.172 di lunghezza è conservato al Museo del Cairo in originale ed al British Museum in copia.



Era situato nella cappella di Atet ed è una scena di caccia sulle rive del Nilo molto comune a quei tempi similmente ad altre raffigurazioni come quelle della tomba di Nebamon.
E’ realizzato con la tecnica della pittura su stucco, opposto dell'affresco, con notevole perizia, di fattura e di particolari. Rappresenta in modo simmetrico sei oche, divise in due gruppi speculari, molto realistiche nella forma e nei colori, che permette l’identificazione della specie.
Si tratta della Lombardella maggiore indicata anche in geroglifico della
famiglia Oca granaiola e quelle dal collo rosso Bernacle.

Qui arrivano i dubbi ? …. queste due specie non sono presenti in Egitto !

Altre anomalie riscontrate sono anche nelle tonalità dei colori usati, mai viste in altre pitture egizie, il tipo di stesura è possibile soltanto con l'utilizzo di pennelli moderni e poi l' "eccessiva sproporzione" ? tra le oche.
A sollevare questi dubbi è uno studioso che è stato presente in passato in Egittophilia. Si tratta dell’ archeologo F. Tiradritti.

Dalla rete: Tiradritti ha spiegato come sia giunto a questa clamorosa conclusione: «Mi è stato chiesto - ha detto l'archeologo - di scrivere un romanzo ambientato nell'antico Egitto e per gli sfondi ho tratto ispirazione diretta dai testi e dalle pitture egizie. \ Per la prima volta in più di trent'anni di carriera mi sono chiesto a che specie appartenessero le sei oche. Ho così scoperto che quattro non erano originarie dell'Egitto e, per di più, non erano neanche attestate altrove nell'arte egizia. Avevo due alternative: ritenere che le oche si fossero estinte subito dopo essere state dipinte nella mastaba di Nefermaat e Atet, oppure che c'era qualcosa che non andava. L'alternativa che si trattasse di un falso mi è balenata sin dal primo momento, ma mi sembrava un'ipotesi così assurda che ho faticato ad accettarla».

Alle domande: vero o falso. e come è andata a finire, chi meglio del’interessato può chiarirci le idee.
Spero legga queste righe, e se qualcuno dei lettori ha contatti con il prof. magari lo segnali.

[SM=g999100] ...Nec
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