In questi giorni ho già ricevuto i primi feedback del libro: qualcuno mi ha fatto apprezzamenti per un racconto in particolare, altri ancora mi hanno detto che è un testo piacevole, delicato... Non posso dire che la cosa non mi riempia di soddisfazione!
Intanto, sto continuando a scrivere: ho ripreso subito dopo l'esperienza torinese, e finora ho già scritto tre racconti, l'ultimo dei quali è quello più fresco, avendolo terminato ieri. Ma, naturalmente saranno rimaneggiati fino all'ultima versione.
Intanto, vi presento di seguito lo stralcio di un altro racconto. Questo, in particolare, è un brano del primo capitolo di uno dei racconti presenti in
Bolle. Racconto che forse, più degli altri sento particolarmente mio... Non mi dilungo oltre, chi sa, può capire...
Buona lettura!
(...) Mentre stava arrivando, notò alla sua destra un edificio antico: Dev’essere il monastero, pensò Alessandro. La sua intuizione si rivelò esatta. Era una costruzione risalente al 1600, dove un cospicuo numero di suore svolgevano una vita meditativa… Appariva maestoso, dalla strada, arroccato su una collina, a circa 700 metri, dalla quale dominava il territorio sottostante.
Varcato il portone, fu accolto dalla Priora. Improvvisamente, comparve Francesca. Appena vide Alessandro, si pietrificò, e continuò a fissarlo, senza dire nulla… Lui fece lo stesso poi, ad un tratto, si abbracciarono e scoppiarono a piangere. Se, da un lato, Alessandro piangeva perché l’aveva ritrovata, dall’altro Francesca piangeva perché non aveva mai detto nulla a Alessandro. Da tempo sentiva il bisogno di entrare in Monastero, era un richiamo forte… Ma si vergognava a dirlo ad Alessandro: pensava che non avrebbe capito.
Si sedettero sui gradini del monastero, e Francesca, con le guance rigate di lacrime, spiegava a Alessandro i motivi della sua scelta. Lui capì.
Trascorse lì il resto della giornata: partecipò alle funzioni, e si stupì di quanta gioia ed allegria vedeva nei loro volti; rimase meravigliato dalla Messa, in parte cantata: non era un canto che dopo un po’ annoiava, come fino ad allora gli era successo di vedere, ma al contrario, era pieno di armonia. Di serenità… Le suore furono gentili con lui, e gli diedero l’opportunità di trascorrere lì la notte, per riposarsi dopo il lungo viaggio. Il mattino dopo, di buon’ora, Alessandro lasciò il monastero. Prima di andarsene, dette un ultimo sguardo a quel luogo, dove adesso sarebbe restata colei che per sempre avrebbe portato nel cuore…