Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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Il mistero delle sfingi etrusche

Ultimo Aggiornamento: 31/12/2011 12:42
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31/12/2011 11:41
 
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Il fascino delle sfingi etrusche è pari solo al mistero che le circonda. Negli anni sono stati diversi i ritrovamenti, alcuni di grande interesse archeologico.

Nella mitologia delle antiche civiltà del Mediterraneo centro-orientale, la sfinge è un mostro con corpo leonino e testa umana, in particolare, in Grecia, è una figura mostruosa con volto femminile, petto, zampe e coda leonine, ali di uccello, derivata probabilmente da un’analoga figura egiziana. Diverse le sfingi etrusche ritrovate nel tempo.

Quella di Vulci, trovata a Montalto, risalirebbe al 550 a.C. Alta circa un metro, ricorda molto da vicino la Sfinge di Giza in Egitto.

Sfingi etrusche in Italia sono sparse su tutto il territorio, da nord a sud, isole comprese.

La più famosa è sicuramente la sfinge etrusca al museo archeologico nazionale di Chiusi, in pietra, alata e con volto di donna.

Un’altra sfinge etrusca in pietra è a Poggio Gaiella, sempre vicino Chiusi, risalente al V secolo a.C. Gli scavi fatti tra il 1838-1840 misero in luce un complesso imponente di tombe a camera, collegate fra loro da alcuni camminamenti, circostanza che indusse gli scavatori ottocenteschi a identificare il monumento con la tomba del Re Porsenna. Oggi è visitabile una tomba a pianta circolare con grande pilastro centrale, a cui si accedeva da un lungo dromos; gli scavi portarono alla scoperta, in questa camera, di alcune sfingi in pietra fetida oggi conservate nel museo archeologico di Palermo.

L’ultimo ritrovamento in ordine di tempo è stato quello del 18 agosto 2011, a Tarquinia, dove in una piccola agorà che univa il mondo dei vivi a quello dei morti, sul “Tumulo della Regina”, sono stati recuperati dei frammenti della sfinge, una statua risalente a 2700 anni fa, alta circa due metri collocata sul punto più elevato del tumulo, come ultimo guardiano per i vivi e per i morti.

Nella Villa San Michele a Capri, il reperto più conosciuto della collezione di Axel Munthe, medico, psichiatra e scrittore svedese morto nel ’49, vissuto lunghi periodi nell’isola italiana, è la sfinge etrusca, collocata sulla terrazza della cappella. E’ una statua in marmo bianco che siede con il busto eretto e con le ali di aquila spiegate. Il corpo di leone con il petto e le possenti zampe, tiene la coda lungo il fianco destro. Il volto di donna presenta il naso leggermente obliquo e i capelli tirati indietro e raccolti in un nodo sulla nuca.

Altre sfingi significative sono quella in nefro grigio risalente al 600-550 a.c. realizzata in un unico blocco assieme al plinto che ne forma la base. Raro esemplare di scultura funeraria sempre nella zona di Vulci dove questo genere di animale fantastico era chiamato ad assolvere la funzione di protezione magica della sepoltura. La sfinge etrusca del Melone del Sodo in arenaria del VI secolo a.C., che si trova a Cortona e la sfinge etrusca in avorio a Murlo (Si) del VI-V secolo a.C.

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Artista del Re
31/12/2011 12:41
 
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La Sfinge quale guardiana dell'accesso al mondo dei vivi ed al mondo dei morti ... il richiamo agli Akerui Duau e Sef è quantomeno affascinante ... le Due Sfingi ...
[Modificato da Diego Baratono. 31/12/2011 12:42]
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